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Dolori muscolari

I dolori muscolari (mialgie) sono un sintomo comune a molte condizioni patologiche e no. Possono manifestarsi da soli, ma possono anche comparire in associazione ad altre manifestazioni dolorose o meno come, per esempio, astenia, cefalea, febbre (comuni sono i dolori muscolari che il soggetto riferisce nella seconda fase della febbre, nota come fase del fastigio) ecc. Possono interessare entrambi i sessi e tutte le fasce d'età, anche se sono più comuni negli adulti e nelle persone anziane.
Saper inquadrare correttamente il dolore muscolare può essere di un certo aiuto nel diagnosticare un'eventuale condizione patologica; i dolori muscolari, infatti, possono manifestarsi con varie modalità e saperli descrivere (dolore acuto, crampiforme, oppressivo, sordo ecc.) può, in molti casi, indirizzare i sospetti diagnostici in un senso o nell'altro. In molte occasioni i dolori muscolari sono di una durata e di un'intensità trascurabili e molto spesso riconducibili a uno specifico evento (per esempio uno sforzo al quale non siamo abituati) e quindi, come tali, non devono destare alcuna preoccupazione. Diverso è, ovviamente, il caso di dolori muscolari persistenti e di una certa intensità e che non abbiano un'apparente spiegazione.
 

Le cause dei dolori muscolari

All'origine dei dolori muscolari possono esserci le cause più svariate.  
Intensi dolori muscolari possono essere legati alla comparsa di crampi; per approfondire questo argomento rimandiamo al nostro esaustivo articolo I crampi.
Fra i dolori muscolari più noti troviamo poi quelli causati da sforzi di tipo fisico che sono trattati nel dettaglio nei due paragrafi successivi (Dolori muscolari, danno muscolare e attività fisica e Dolori muscolari e corsa).
Dolori muscolari sono spesso riferiti in caso di patologie infettive; il tipico caso è quello delle sindromi influenzali, nelle quali i dolori muscolari sono fra i primi sintomi a comparire.
I dolori muscolari sono uno dei sintomi principali della fibromialgia, una patologia dai contorni non ancora esattamente definiti che viene classificata fra le malattie reumatiche (note anche come reumatismi).
Tra le altre patologie che annoverano fra i propri sintomi i dolori muscolari diffusi troviamo poi, per esempio, il LES, la rabdomiolisi, la polimiosite, la polimialgia reumatica, la trichinellosi, la meningite, l'ipotiroidismo, la tiroidite di Hashimoto, la gastroenterite virale ecc.
Dolori muscolari possono essere originati anche dall'assunzione di determinati farmaci (in primis le statine) e da squilibri elettrolitici.
Il dolore muscolare è generalmente presente nelle varie forme di miopatia, siano esse primitive che secondarie.
Possono essere causa di dolori muscolari anche le alterazioni in aumento o in diminuzione delle curvature del rachide vertebrale quali per esempio l'ipo- e l'ipercifosi oppure l'ipo- e l'iperlordosi). Un quadro patologico piuttosto frequente della colonna vertebrale che può determinare dolori muscolari è la scoliosi.
Anche gli errori posturali possono provocare dolorabilità muscolare (per approfondire l'argomento si faccia riferimento all'articolo Postura).
I dolori muscolari possono poi essere ovviamente originati da lesioni muscolari quali, per esempio, le contratture, gli stiramenti, le distrazioni e gli strappi.
 

Dolori muscolari, danno muscolare e attività fisica

I dolori muscolari sono spesso associati non tanto a uno sforzo massimale, ma principalmente a esercizi ai quali non si è abituati (per esempio una corsa in salita oppure una in discesa). In modo intuitivo, si dice di aver "i muscoli rotti"; con un approccio più scientifico, cosa si può dire sulla questione?
Uno studio del 1992 [1] ha messo in evidenza le principali caratteristiche degli esercizi muscolari che provocano un danno muscolare. 
Esiste un tipo di esercizio particolare che genera dolori muscolari? - Nella maggior parte dei casi
 

i muscoli sono doloranti solo dopo un lavoro eccentrico

ovvero il muscolo si contrae, ma non è in grado di distendersi perché non riesce a superare una forza che si oppone. Di solito la forza che si oppone è quella di gravità, per esempio si scende da una gradino o una sedia (se i muscoli interessati sono quelli delle gambe) oppure si muove un peso verso il basso, per i muscoli delle braccia (il classico spostamento di un televisore dal tavolino a terra). Uno degli esercizi che più provocano dolore muscolare è la salita-discesa da un gradino abbastanza alto (o un cubo). Lo sforzo eccentrico è quello della gamba che sale; infatti, una volta salita, la gamba deve vincere la forza di gravità per alzare tutto il corpo: il muscolo (polpaccio, in misura minore il quadricipite) si contrae, ma non riesce a distendersi poi completamente perché bilanciato dal peso del corpo. Inoltre il gesto, frenato dal peso, riduce l'escursione articolare e ciò aumenta il danno.
Infatti il più delle volte 
 

il dolore muscolare insorge negli esercizi in cui l'estensione articolare è limitata.

Il dolore muscolare equivale a un danno muscolare? – La tipica espressione "muscoli rotti" ha un minimo di verità: infatti l'esecuzione di esercizi eccentrici in un atleta non allenato a questo tipo di sforzo modifica la struttura del muscolo, inducendo delle alterazioni a livello microscopico. Gli studiosi sono infatti riusciti a studiare l'ultrastruttura del muscolo, ovvero come si dispongono le varie componenti delle unità funzionali e strutturali. I filamenti del muscolo sono suddivisi in unità elementari, dette sarcomeri, nelle quali si dispongono le varie proteine. I sarcomeri sono delimitati dalle linee Z. Il lavoro eccentrico provoca appunto un'alterazione delle linee Z (che diventano a onda), quindi effettivamente si ha una modifica della struttura del muscolo, non solamente una risposta attenuata alla fatica. Questo effetto può essere aggravato da tumefazione muscolare o addirittura da lesioni fisiche. Ciò è dimostrabile, oltre dall'indagine al microscopio elettronico, anche dal dosaggio nel sangue della CPK (creatinfosfochinasi), che può risultare molto elevato (il valore massimo a riposo è 170 UI/l) ed essere la prova di un evidente danno muscolare. 
Come si dispone nel tempo il dolore muscolare? - Generalmente insorge dopo 24 ore dall'esercizio intenso eccentrico e cresce fino a raggiungere un massimo dopo 2-3 giorni. Se i muscoli non sono ulteriormente sollecitati, il dolore decresce e scompare in 8-10 giorni. Anche se il dolore dura di meno, la forza muscolare presenta un decremento che può raggiungere il 50% e non viene recuperata completamente prima dei dieci giorni. 
Come ci si può difendere? - Eliminare il dolore muscolare è difficile, ma si può allenare il fisico a sostenere il tipo di esercizi eccentrici che provocano il fenomeno, prevenendo il danno che si può arrecare ai muscoli in seguito della ripetizione degli esercizi. Occorre però allenarsi per 6-10 settimane prima di apprezzare l'effetto preventivo dell'allenamento. 
Sembra inoltre dimostrato che il dolore muscolare insorga più intensamente negli atleti adulti, superiori ai venti-trent'anni e che gli atleti di mezz'età siano più sensibili a questo fenomeno. 
 

Dolori muscolari e corsa

I dolori muscolari successivi alla corsa hanno in genere cause e modalità di comparsa diverse. È importante capirne le cause per dimensionare correttamente l'allenamento. 
Dolore da sforzo - Si verifica durante la prova e riguarda uno o più muscoli. Le cause possono essere un accumulo di acido lattico (se riguarda un muscolo, in particolare in soggetti non ben allenati) o l'esaurimento delle scorte energetiche (se è generalizzato alle gambe). 
Dolore successivo – Compare dopo 24 ore dallo sforzo e in genere può protrarsi fino a 3-4 giorni. In genere si ritiene che il dolore sia la conseguenza di esercizi eccentrici (vedasi paragrafo precedente) come la corsa in discesa. Correndo in discesa con una pendenza di 10° per circa 30' si ottiene un picco di dolore 42 ore dopo lo sforzo. Verificando la situazione dell'atleta si constata: 

a) l'aumento di CPK nel sangue e di mioglobina nelle urine che evidenzia lesioni cellulari (rabdomiolisi); 
b) la mobilizzazione di leucociti che indica una reazione infiammatoria; 
c) l'accumulo di metaboliti (calcio) nelle cellule muscolari che aggrava il quadro della lesione. 

Contrariamente alla credenza comune, il dolore successivo allo sforzo non è dovuto all'accumulo o all'azione dell'acido lattico. Anche alte concentrazioni di acido lattico (le più alte si hanno al termine di gare di velocità prolungata come gli 800 m) un'ora dopo lo sforzo si sono drasticamente ridotte fino ad azzerarsi qualche ora dopo. 
La situazione evolve verso la cicatrizzazione dei tessuti, il danno viene in genere risolto in tre settimane e il muscolo risulta più resistente a un esercizio simile a quello che ha provocato il dolore. Purtroppo con il ripetersi nel tempo dei traumi, la riparazione spesso lascia come strascico fibrosi muscolari che danno sintomatologie simili alle contratture. Occorre notare che, per quanto si gradualizzi lo sforzo, è spesso impossibile evitare il dolore la prima volta che si compie l'esercizio. 
Come terapia si possono usare un riposo di due o tre giorni. Alcuni atleti usano anche antinfiammatori (per esempio l'aspirina); tale pratica non è consigliabile se non occasionalmente. I massaggi in genere sono controindicati (mentre vanno benissimo nei casi di affaticamento post-gara quando la dolorabilità non è eccessiva) perché aggiungono un ulteriore trauma. In presenza di postumi di dolorabilità deve essere privilegiata la corsa lenta.
 

Come si trattano i dolori muscolari?

Per trattare correttamente i dolori muscolari, essi devono essere inseriti nel quadro clinico specifico; a seconda del motivo scatenante la terapia può essere più o meno complessa e di durata più o meno lunga. In linea generale, tenendo quindi conto delle inevitabili eccezioni, i dolori muscolari di tipo acuto traggono beneficio dal riposo, mentre quelli di tipo subacuto o di tipo cronico possono richiedere l'esecuzione di determinati esercizi (si parla in questo caso di riposo attivo) e di interventi fisioterapici mirati a mantenere la funzionalità dei muscoli sofferenti.  
In quanto, generalmente, secondari a condizioni (patologiche o meno) di gravità variabile, i dolori muscolari traggono giovamento dalla rimozione della causa che ne sta alla base.
Il trattamento sintomatico può avvalersi, a seconda dei casi, sia di interventi di tipo fisico che di tipo farmacologico (analgesici, miorilassanti, antinfiammatori ecc.).